Il vero, unico Natale è il primo. Quello , in cui credevamo, senza ombra di dubbio, che un anziano signore panciuto con una imponente chioma bianca che si confondeva con un’altrettanto appariscente barba bianca ci avrebbe fatto visita quando prima, attraverso il camino di casa e se questo non c’era, si lasciava socchiusa una finestra o qualsiasi pertugio, pur di agevolare la sua visita con il sacco strapieno di regali.Tutti i grandi, gli adulti facevano a gara per rendere più suggestiva la fiaba, che vivevamo in quei lunghi giorni di vacanza, inventando storie o dando suggerimenti sul come comportaci, per avere i regali più belli.La stessa scuola diventava più simpatica, preparandoci con giorni di anticipo all’epico evento:presepe, albero, letterina.Il nucleo familiare si allargava, con l’arrivo di qualcuno,da vicino o da lontano, da un posto sconosciuto, anch’esso suggestivo, qualunque fosse, perchè calato in quella magica atmosfera.E poi c’erano gli zampognari e il presepe preparato dal papà e l’albero e la messa di mezza notte e il bambinello biondo , con gli occhi chiari da conservare al sicuro prima di esporlo nella mangiatoia, e la tombola e i nonni anziani da aiutare a segnare il numero sulla cartellina, con le buccie di mandarino o altro materiale, che scivolava e faceva ridere, interrompendo il gioco, perchè il pignolo di turno richiedeva tutti i numeri già usciti, nonostante gli sbuffi generali.Con l’epifania, che ogni festa porta via, finiva l’incanto, ma con un’altra giornata, che non era da meno di tutto il resto precedente.Una vecchia signora, anch’essa simpatica, come Babbo Natale, forse il marito, veniva a riempirci le calze, appese al letto, esaudendo le richieste scritte e recapitate a mamma e papà oppure infilate nelle calze.Si andava a letto presto e volentieri e non vedevamo l’ora di addormentarci quando prima per trovare la sorpresa al risveglio.IL secondo Natale, quello in cui già siamo consapevoli che sia Babbo Natale che la Befana sono solo belle invenzioni ha già perso parecchio del fascino iniziale.Il terzo se diventa la routine di ogni anno con le stesse persone si trasforma in noia.E poi c’è il quarto,quando ti accorgi che qualcuno di quelle stesse persone non c’è più e ti manca.E poi ancora il quinto,quando l’assente sei tu e non perché sei a festeggiare da qualche altra parte.Al sesto ancora ci si ricorda di te.Al settimo già non appartieni più a questo mondo.Sei in un’altra dimensione, pronto forse per un altro Natale anche migliore del primo.Una ipotesi che nessuno può escludere con certezza.
27-Una riflessione natalizia
Una replica a “27-Una riflessione natalizia”
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Buon Natale 🎅 Mike, bel post!
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