36-Un altro tassello

Aggiungo un altro tassello al puzzle di una vita. Il puzzle è naturalmente di chi legge. Io ce l’ho ben definito a parte il finale, che neppure chi scrive, conosce. Monaco di Baviera in Germania è l’apice, del mio vagabondaggio alla ricerca di quante più esperienze possibili, che accomuna tanti giovani. Giungo a Monaco dopo un soggiorno di qualche mese a Colonia ed ancora prima a Parigi. E’ un colpo di fulmine. La città mi affascina da subito .E’ facile da percorrere con  piste ciclabili di chilometri, che si inoltrano in boschi, poco lontani dal centro della città e da edifici commerciali a più piani, dove puoi trovare di tutto. Ho comperato una canoa di ben 6 metri, ancora tutt’ora agibile, disponibile con la vela ed esposta,con mia grande sorpresa, una identica, al Deutches Museum, museo della scienza e della tecnica, su di un’isola del fiume Isar. E’ un ambiente internazionale, dove lavoro. Penta Hotel. Mi abituo, nel corso della giornata a dialogare in Francese, Tedesco, Spagnolo ,Inglese e naturalmente Italiano. Mi piace.E come! Anche perché, parlando del più e del meno, venivo a conoscenza dei luoghi di origine, di ognuno dei colleghi e continuavo a viaggiare, anche senza volerlo. Ma ero un semplice cameriere, che nascondeva il titolo di studio, in attesa di ricevere l’incarico di insegnante in Italia. Quando arrivò, sembrò agli amici, che avessi ricevuto una brutta notizia, se una ragazza mi chiese ”Qualcosa non va?”Il trapasso in Italia avvenne gradualmente, prima con una supplenza temporanea e poi con un incarico annuale definitivo.Dovetti fare la valigia nel mese più brutto:Novembre.Di colpo fui costretto a trasferirmi da una metropoli, piena di vita in una cittadina balneare veneta, solitaria ed avvolta nella nebbia. Ricordo ancora la telefonata a mia madre, poveretta, per lamentarmi e ricevere conforto dalla persona a me più cara. Mi facevo coraggio, correndo lungo la spiaggia deserta, a giorni alterni. La babele di lingue, cui ero abituato, abbandonata per sempre. Non ho mai appreso il veneto, forse per reazione, al primo impatto iniziale. Con la primavera e l’afflusso dei primi turisti, le cose cominciarono a volgere al meglio. Studiavo la strategia migliore per tornare a Monaco, all’Isar, all’Olimpia Zentrum con la piscina olimpionica, a Marien Platz, punto focale di tanti appuntamenti e scorribande, al HB Hofbrauhaus ed alla birra Paulaner, dove era facile umbriacarsi, con bevute con boccali da un litro e dove l’allegria, causata dall’alcole o dal semplice desiderio di spensieratezza dopo il lavoro, regnava sovrana. Impossibile sfuggire.Comperato un piccolo camper, lo utilizzo a Giugno , non lontano dalla scuola, in quanto a fine Maggio mi tocca lasciare l’appartamento, preso in affitto. Finalmente libero da impegni riparto per Monaco ai primi di Luglio, nonostante con una lettera l’Hotel mi aveva avvisato, che non avevano opportunità di lavoro per me. Giunto sul posto è grande l’emozione di riprendere la vita di una volta con i vecchi amici, fare il bagno nell’acqua fredda del fiume e riprendere lo stesso giorno dell’arrivo a lavorare, nonostante la missiva che non prometteva niente di buono .La soddisfazione unica di regalare ai miei un intero stipendio, arrivatomi  a casa. Avevo entrate extra, grazie al lavoro estivo. Ho fatto la spola in Estate con Venezia – Monaco per diversi anni. Proprio l’ultima estate, prima del matrimonio , mi sono deciso a cambiare itinerario con una vacanza di ben due mesi sulla strada. A volte è il destino che ti guida e ti accontenta, rammaricato, perché sicuro di porti un freno.

2 risposte a “36-Un altro tassello”

  1. Un bell’articolo che andrebbe condiviso!

    Piace a 1 persona

    1. Grazie per il bello. Sempre gentile.Che intendi con ” andrebbe condiviso”?

      "Mi piace"

Lascia un commento