4/02/2023
Oggi bellissima giornata con un bellissimo sole a Trieste. In genere non amo gli issimo e le iperboli ed infatti, in contrapposizione, annoto da subito anche il “vaffa” a me, indirizzato e meritato, da una coppia in auto, allo sbadato in bici, che guarda in aria, illudendosi di essere da solo nella strada, in apparenza vuota e tutta per lui. Ok. Ho sbagliato ma non infierite.”No!Non mi stava meglio essere arrotato!” Parcheggio o meglio campeggio al solito posto, già sperimentato,con il mio van attrezzato, di cui non rivelo nessun connotato,se non che il mio abat jour notturno è il mastodontico Faro della Vittoria. Sarò pure strambo ma quando arrivo in un posto odio il mordi e fuggi, abituato a rimanere settimane o mesi, come da soggiorni estivi in Baviera Germania. E quando capita l’incombenza, come quella odierna di poche ore, ne approfitto per rimanerci qualche giorno. In una città, del tutto sconosciuta, il tempo vola.Non è il caso di Trieste. Già cercarsi un posteggio sicuro e comodo, visto che non accedo a campeggi, porta via tempo. Il campeggio è generalmente fuori mano. Per questo cerco di evitarlo, se da solo. Una fontanella per l’acqua la trovi facilmente. Poi è necessario anche un w.c Sono attrezzato anche per quello all’interno del mezzo, ma se ne ho uno disponibile, migliore, non lo rifiuto di certo. Alle stazioni ferroviarie ne trovi di ottimi, in questi ultimi tempi, tutti, a pagamento. La bici, sempre al seguito. Dopo che ho sperimentato vari furti mi sono rassegnato alla bici bruttarella ma con una catena magnifica. Vediamo se funziona! Quella che ho adesso parla da sola tramite i vari componenti:il blocca-furto è di Muggia, il fanalino luce posteriore di Treviso, il manubrio è Triestino, fatto cambiare dopo una brutta caduta, le ruote e le camere d’aria sono di Napoli, legate al ricordo della ricerca per chilometri, nel caos tipico partenopeo di qualcuno che riparasse la bici inutilizzabile, spinta a mano,al caffè gratuito ed all’intervento veloce e provvidenziale di un negozio attrezzato, tutto il resto è di Milano, dove fui costretto a comperare la bici attuale ,dopo l’ennesimo furto con un altro retroscena, che non rivelo per non annoiare. Arrivato nella città sconosciuta, parcheggio al primo posto disponibile. Poi in bici perlustro i dintorni alla ricerca della postazione ottimale, quanto più vicina al centro, ignorando, provvisoriamente, i monumenti tipici già conosciuti tramite libri-guide o sentito dire.Sembro l’affamato, che dapprima annusa solo gli odori delle varie pietanze e poi, una volta saziato da una sola,gusta tutte le altre un pò alla volta con molta calma. Vanno bene le stazioni ferroviarie di piccoli paesi o i cimiteri monumentali di città importanti. Tutto il resto non è noia. Anche un semplice accendino per far funzionare il fornelletto per un caffè diventa di vitale importanza, se non hai alternativa. Ti tocca mangiare con le dita o con uno stuzzicadenti di fortuna, se è sparita la forchetta . Insomma, quello a cui non dai nessuna importanza perchè in abbondanza o superfluo a casa tua, acquista valore nello spazio ridotto delle 4 ruote. Preso dall’entusiasmo, spesso mi sono perso, come sulle colline con tornanti che sovrastano il Principato di Monaco. Assicuro che quando sudato, stanco ed anche bagnato fradicio ed infreddolito per l’acquazzone improvviso, il ritrovare il tuo mezzo, è un piacere senza uguali .Ti rendi conto che non ha niente a che fare con la disponibilità economica. Quell’auto da 4 soldi che ti aspetta ed offre protezione è una reggia da milioni. Considerazioni per qualcuno forse banali ma per me esistenziali.Ti ripari, ti riposi per altre numerose esperienze, appena ti sporgi fuori dal finestrino con orizzonti mai visti prima.P.S.Visita al Museo Pasquale Revoltella. Celibe, anche per nostra fortuna, perchè ha lasciato tutto alla città ed a noi.Andrò a vedere anche la residenza estiva, poco lontano.
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