Dov’è la tortora?
Dovessi un giorno decidermi a cambiare alloggio, quello di cui più sentirò la mancanza è l’ampio giardino a disposizione, con l’ulivo che da cespuglio regalo è diventato un albero mastodontico di 8 metri o con i lauro ceraso, piantati 30 anni fa o con il pino, malandato e quasi centenario adesso,già anziano quando siamo arrivati; con il vigneto,dismesso, che mi ha dato l’unico vino, di cui mi sono fidato ;con le tombe nascoste del cane, che ci ha fatto compagnia per 12 anni o della gatta coetanea e di altri poveri animali, più sfortunati e più giovani, raccattati dalla strada, con la scopa e la pala, perché investiti. IL rimedio- antidoto alla nostalgia certa sarà il ricordo delle fastidiose,incontrollabili, zanzare tigri, nella piena estate afosa ,che lasciano il segno con ponfi, antiestetici e doloranti.Il giardino è rifugio sicuro di gazze, storni, cinciallegre, passeri, merli, pettirossi, cornacchie che giungono ogni mattina, speranzosi di rubare qualcosa dalle ciotole piene, riservate ai gatti. Ho studiato la gerarchia. Prima fanno man bassa gli uccelli più grossi e poi è il turno di quelli più piccoli. Tra questi c’era una coppia di tortore col collare. I due,inseparabili , erano i più assidui e puntuali sin dalle prime ore del mattino. Impossibile distinguerli, come capita quando hai a che fare con due gemelli monozigoti identici. Erano,forse, un maschio e femmina e spesso stiracchiavano le ali, rilassati, per beccarsi con dolcezza ogni singola piuma, presumo per procedere alla pulizia, meglio se con il sole. Qualche volta si scambiavano il favore: uno puliva l’altro e viceversa in contemporanea. Una coppia perfetta, con voli sincronizzati, per allontanarsi, quando mi avvicinavo oppure con occhiate perplesse ,anche loro in perenne sintonia ,di entrambi all’umano che poteva essere un pericolo, comunque snobbato, perché predatore poco agile e troppo distante e lasciavano avvicinare il curioso a debita e controllata distanza. Ebbene, da un po’ di giorni, c’è una sola tortora. Da ottimista mi sarebbe piaciuto pensare che il maschio avesse deciso di lasciare la consorte, per un’altra più bella oppure il contrario. Da realista, invece, sono dell’idea che difficilmente l’altra tortora potrebbe aver trovato vitto, alloggio e compagnia migliore. Più facile che sia rimasta preda di qualche gatto o che sia capitata qualche altra disgrazia. E allora? Se in un microcosmo come un giardino una piccola esperienza mi resoconta una perdita, che se, anche, forse, si spera, non ha apportato dolore al compagno rimasto solo, e che invece a me ha portato dispiacere e nostalgia delle giornate soleggiate, in cui i due mi scrutavano guardinghi e solidali, come potrei sentirmi, inerme ed impotente, in altri scenari, molto più gravi? Reputo l’ignorare tanto altro dolore sconosciuto e non vissuto, magari a pochissima distanza, indispensabile, per vivere la tua vita con serenità. Se non commetti il peccato dell’indifferenza e non sei la causa del dolore altrui ti tocca di diritto una vita di sano egoismo grazie ad una ignoranza senza colpe.E concudo con la promessa, ispirata anche dalla giornata finalmente soleggiata, dopo tante nuvole e nebbia, che nel caso la tortora ricercata dovesse tornare a riformare la stessa coppia vi avvertirò:”Ehi là, bambini e bambine adulti , anche anziani, dalla sensibilità sofisticata, come il Piccolo Principe di Antoine de Saint -Exupery, la tortorella, che ci è mancata, è tornata.Qualche volta lo sperare in meglio, non ci delude.”
Addì 19 Marzo, Festa di San Giuseppe annuncio orbi et urbi che di nuovo una coppia di tortore si è formata, ancora più famelica e spavalda al mio cospetto.La tortora single e solitaria non è più tale.E’ tornata la stessa di cui abbiamo denunciato la mancanza?Impossibile da stabilirsi.Morale:non proiettare all’esterno, quelo che hai dentro di te, il mondo sopravvive con ed anche benissimo senza di te.Carpe diem, sempre, per i ca..i tuoi!!!
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