Per conteggiare i followers di questo blog bastano le dita di una mano. Per i commentatori o commentatrici basta solo il pollice, che tra l’altro è il dito più importante della mano e gli antichi Romani, ben consapevoli, se lo troncavano di netto, pur di non andare nella guerra obbligata, in quanto invalidi a poter impugnare la spada.E’ un grazie sentito, vero,non tanto insolito se il pollice verso l’alto è diventato equivalente di tutto bene, soprattutto con i messaggini. Si ha quello che si semina ed io sono un pessimo contadino, consapevole di esserlo. O forse coltivo molto inconsapevole solo orchidee rare. Il tempo dedito è molto poco, rubato alla vita di tutti i giorni, che mi attrae di più. Mi sono fermato a Formia, per la pioggia torrenziale mista a grandine, che ha lasciato posto al soleggiato che mi ha permesso un giro in bici. Ho raggiunto Gaeta, che già attraeva col castello da lontano come una sirena distesa sul promontorio, per incontrare di nuovo nuvoloso e freddo. Stufo ho rinunciato ad altre tappe ed ho puntato verso Grosseto con un appuntamento ben preciso: le ore 21.E qui una riflessione: a volte sono le persone più care, che ti vogliono più bene, che ti creano disagio esistenziale. Mia sorella, giustamente, per potermi disporre stanza e cena aveva bisogno di un riferimento orario. Ma mi ha costretto al rispetto dei tempi e a percorrere un ultimo tratto con pioggia, grandine, buio e strade dissestate con il pericolo dell’incidente. Arrivato in perfetto orario avrò avuto una notte esagitata, se al mattino seguente mi ha consigliato di ricorrere alla Melatonina, nonostante abbia dormito pesante come un piombo. La notte dopo, memore dei consigli, non riesco a chiudere occhio e molto infastidito, mi dedico al blog, attentissimo a non fare rumore. Non so se il sacrificio dell’autocontrollo, che mi sono imposto sia valsa la pena del dialogo che ne è seguito: “Stanotte, non ti ho sentito per niente! La tua era senz’altro stanchezza.” “O forse , porta chiusa.!” Ho replicato.”No! Ti avrei sentito comunque.”mi risponde, lasciandomi il dubbio che forse urlo come un lupo mannaro, ma non ho più indagato. Morale: l’ho tranquillizzata col piccolo inganno , che a me ha comunque provocato il piccolo danno di una notte insonne.Ho rivisto un mio nipote Svizzero con la bella moglie e tre splendidi bambini.Molto più navigato di me, grazie alle possibilità moderne di viaggi intercontinentali con poca spesa.Da qui un’altra riflessione: “completamente avulsi sia lui che lei dai socials.”Vuoi vedere che l’armonia evidente che regna tra di loro è già sufficiente abbastanza per appagare del tutto altre forme di comunicazione all’esterno?L’ ho imitato, sorpreso e raggiunto al camping Sans Souci di Castiglione della Pescaia, dove abbiamo trascorso la Pasquetta, in riva al mare, con tutti gli altri parenti.Ho trovato anche un parcheggio ideale e gratuito, poco lontano, insieme ad altri camperisti selvaggi ed ho fatto la prova della prima notte. Mi riservo il posto per presentarmi, appena la solita sorella mi risponde, dispiaciuta, a me che ne faccio richiesta che è impossibilitata ad ospitarmi, perchè già troppi parenti sono a casa sua.Al ritorno a Venezia devio per Volterra.Mi tocca di nuovo un sali scendi con la bici, ma a piedi, micidiale, come già successo tantissime altre volte ad Ancona, Saturnia, Napoli Camaldoli. Sembro una vaporiera con sbuffi da espirazione alternati a profonda inspirazione o un nuotatore.Mi trattengo se incrocio qualcuno.A Volterra sosto in un’area ottimale in Piazzale Le Colombaie, alla Coop, poco distante dalle Porte, Porta San Francesco e Porta dell’Arco ed in più ho la comodità del supermercato disponibile.Ci sono tantissime auto e campers.Mi sento al sicuro.Ma a sera l’esteso Piazzale diventa deserto.Anche le ultime due auto vanno via a mezza notte.Mi ricordo che mi trovo nella città dei vampiri e sono solo.Fossi stato in compagnia, soprattutto femminile, avrei subito cercato un campeggio.Identica situazione come sulla Montagna dei Bresciani, ma lì non avevo alternativa.Qui si.Mi sposto in un parcheggio più affollato ed illuminato di fronte, a pochi metri , a Porta San Francesco.E’ a pagamento e difficile da trovare libero,ma di giorno. Di notte è anche gratuito.Rassicurato mi addormento tranquillo.L’indomani mattina tento di tornare alla postazione ideale dell’arrivo, ma sbaglio strada.Odio chi strombazza al minimo errore dell’autista forestiero.Preferisco parcheggiare e cavarmela a piedi o in bici.Mi tocca un footing imprevisto alle 6,30 del mattino.Ritrovo il posto e lo raggiungo con il van.La tentazione di rivisitare la città non ha il sopravvento sulla pigrizia, che mi assale al pensiero di altri km. in salita in pedovia..Beata solitudine.Chi sa quanti vaffa mi sarei beccato se avessi imposto a un compagno-a questi tour de force imprevisti.
56-Qualunque libertà è sempre condizionata
4 risposte a “56-Qualunque libertà è sempre condizionata”
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Elucubrazioni da insonnia, ma bellissime avventure che rendono la vita lieta e movimentata, incamerando tante emozioni e soddisfazioni di essere in grado di badare a te stesso e di adattarti in qualunque situazioni. Complimenti!
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Grazie del commento.Vero.Per me incasinarmi è vita e basta molto poco:anche percorrere 10 km., a piedi, per comperare un panino.La stanchezza fisica e sana è un antistress , che elimina sonniferi o altre schifezze varie.Bisogna però essere in salute.
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Che bello questo post.
Ne ho letto uno molto bello, ma non posso mettere like, né commentare.
Io sono una grande camminatrice, infatti mi vesto ed esco, ho bisogno di macinare chilometri a piedi.
Un caro saluto 👋 Mike"Mi piace"Piace a 1 persona
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Molto curioso di conoscere il post “uno molto bello, ma non posso………”.solo nel caso fosse mio, anche perchè ufficialmente “cestinato.”Grazie.
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